Gli attacchi di panico, o crisi di panico, sono episodi caratterizzati dalla comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiungono il picco in pochi minuti, durante i quali si verificano una serie di sintomi tra cui tachicardia, nausea, formicolio, sudorazione.
Le persone che hanno vissuto un attacco di panico, generalmente, lo descrivono come un’esperienza terribile che non vogliono assolutamente rivivere trovandosi ad avere una preoccupazione persistente di avere un nuovo attacco di panico (“paura della paura”), che porta una maggior focalizzazione dell’attenzione selettiva sugli elementi scatenanti (fisici o cognitivi) e alla valutazione catastrofica dei sintomi che si sperimentano e delle possibili conseguenze che ne deriveranno. Ciò può portare allo svilupparsi del disturbo di panico e alla messa in atto di strategie di evitamento di tutte quelle situazioni che potenzialmente potrebbero essere minacciose, attivando così una reazione a cascata in cui il circolo vizioso appena descritto non fa altro che rafforzarsi. Questo circolo vizioso del panico è ben spiegato ed illustrato graficamente dal modello cognitivo del panico di Clark e Wells.

Secondo il modello l’attacco di panico avviene quando un individuo percepisce ed interpreta alcune sensazioni corporee o mentali come molto pericolose. L’interpretazione catastrofica può riguardare sensazioni corporee e mentali innocue derivate non solo dall’ansia ma anche da altre emozioni o da stimoli di altra natura (stanchezza, attività fisica, caffeina/teina, etc…).
Quest’interpretazione porta il soggetto a esperire l’emozione dell’ansia. L’ansia fa percepire in modo catastrofico le sensazioni somatiche ad essa correlate (interpretazione erronea). Ciò porta la persona ad allarmarsi ulteriormente, aumentando l’intensità dell’ansia e quindi le sensazioni legate ad essa, fino a culminare in un vera e propria crisi di panico (Gragnani, A, Paradisi, G. & Mancini, F. 2011). Invece, se si mettono in atto evitamenti o comportamenti protettivi le manifestazioni negative diminuiranno con la conseguenza di una cronicizzazione dell’ansia.
Come gestire Il panico?
Una prima strategia importante è riconoscere i sintomi per evitare di confondere l’attacco di panico con altre problematiche fisiche e interpretazioni catastrofiche. Un’altra strategia utile è quella di imparare esercizi di respirazione al fine di ridurre la risposta fisica all’attacco di panico, normalizzare il battito cardiaco e ridurre la sensazione di ansia. Molto utile anche monitorare le crisi di panico annotandosi quando, dove e in che occasione si sono presentate, per individuare se ci sono dei punti in comune che le potrebbero aver scatenate. Tutto ciò potrebbe non essere sufficiente, per cui il modo più funzionale per gestire gli attacchi di panico e il disturbo di panico rimane chiedere aiuto ad uno specialista in salute mentale.

Dott.ssa Floriana Mariotti

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