Rivoluzionaria piattaforma di streaming video, negli ultimi anni Netflix ha letteralmente scosso il mondo dell’intrattenimento offrendo numerosi contenuti on demand a disposizione degli utenti in qualsiasi momento, fruibili da qualsiasi dispositivo multimediale, dal personal computer, alla TV, fino allo smartphone, senza limiti di utilizzo e senza alcuna pubblicità.
Non solo giovani
Netflix è riuscito in breve tempo a conquistare un vasto pubblico e non solo tra gli adolescenti, tant’è che è stato coniato il termine “Sneaking” proprio per definire la nuova tendenza degli utenti adulti, e dei genitori in particolare, di “ritagliarsi del tempo per se stessi” guardando i contenuti della piattaforma: secondo una ricerca proposta dalla stessa piattaforma è difatti risultato che, su un campione di 5.764 genitori di 13 Paesi europei, il 56% sostiene di avere bisogno di almeno un’ora al giorno per sé stessi e che il 71% delle madri, nonostante i numerosi impegni, riesce a trovare il tempo per sé in questa pratica; nello specifico della realtà italiana, dalla ricerca è risultato che 4 genitori su 10 fanno sneaking una volta a settimana e il 39% almeno una volta al giorno.
La chiave del successo
Viene dunque da domandarsi, anche alla luce di questi dati, come mai questa piattaforma abbia avuto tutta questa risonanza tanto nei giovani quanto negli adulti.
Ovviamente la facilità di fruizione dei contenuti, il costo ridotto, l’ampiezza del catalogo e l’analisi accurata delle preferenze dell’utente rispondono già in parte alla nostra domanda.
Una delle risposte più sorprendenti a questo interrogativo si evince dai risultati di una recente indagine, anch’essa condotta dalla piattaforma di streaming, che indica come la maggioranza dei genitori tenda a guardare le serie televisive più gettonate tra i giovani in modo da potersi avvicinare così agli interessi dei propri figli; questi ultimi, d’altro canto, secondo la medesima indagine, sembrano apprezzare questo interesse da parte dei propri genitori. In Italia, è risultato che il 77% dei figli è attratto dalla possibilità di discutere con i genitori delle proprie serie preferite, così da riuscire anche a rafforzare il reciproco legame ed aprire un dialogo con loro.
A tal proposito, alcune serie televisive potrebbero rivelarsi piuttosto utili nello stimolare una conversazione riguardo quegli argomenti che risultano solitamente più ostici da affrontare in famiglia, come il sesso, il bullismo, i disturbi alimentari, la depressione, l’orientamento sessuale e la sessualità: il 48% dei genitori sostiene che sia molto difficile affrontare questi discorsi con i propri figli e il 70% dei figli crede che la visione di questi programmi possa far comprendere meglio ai genitori come è fatto il “loro mondo”.
La grande produzione di serie TV e film su queste particolari tematiche, rappresenta lo specchio di una realtà attualmente misconosciuta all’adulto ma vissuta da un gran numero di ragazzi: se utilizzati nel modo giusto, questi contenuti potrebbero contribuire ad avvicinare gli uni agli altri, da un lato fornendo gli strumenti ai genitori per intervenire nelle vite dei figli, dall’altro dando un valido aiuto ai ragazzi per capire quei fenomeni che li circondano, consentendogli di informarsi e chiedere aiuto.
Il rovescio della medaglia
Le nuove generazioni di giovani si mostrano spesso più fragili, esposti e privi degli strumenti adeguati per gestire il loro mondo interno ed esterno, sfuggendo facilmente al controllo dei genitori, con la possibilità di accesso a tutti i contenuti della rete in qualsiasi momento. Proprio questa mancanza di controllo e di accesso facilitato alla piattaforma può portare con maggior facilità ad una delle maggiori insidie legate a Netflix e ad altre piattaforme affini: la possibilità di evasione dalla realtà e l’immersione totale nel mondo delle serie TV. Il già conosciuto fenomeno del “binge watching” nato con lo streaming, ovvero l’”abbuffarsi” di serie televisive guardando un episodio dopo l’altro senza sosta, passando quantità eccessive di tempo davanti a televisori o altri dispositivi mobili, è esploso infatti dopo la nascita di queste piattaforme ed ha portato ad un aumento della teledipendenza: questa situazione clinica presenta manifestazioni sintomatiche quali l’emulazione e l’adulazione dei personaggi televisivi, l’atteggiamento passivo nei confronti del mondo reale, l’apatia, la riduzione di altri interessi e l’indebolimento del senso critico, che possono portare, nel complesso, a quadri drammatici.
È dunque ragionevole pensare che è proprio la modalità di utilizzo di questo mezzo che va a definire se Netflix si possa considerare un amico o un nemico:
se utilizzato in maniera adeguata può diventare una preziosa fonte di informazioni sul mondo degli adolescenti moderni, dando ottimi spunti di conversazione, occasioni di approfondimento degli argomenti trattati, ed aiutare genitori e figli ad avvicinarsi e connettersi tra loro.
Dott.ssa Floriana Mariotti
Dott.ssa Veronica Vizzari