Articolo realizzato dalla Dott.ssa Margherita Napoli e dalla Dott.ssa Francesca Aglitti
Di mode che arrivano dagli Stati Uniti, si sa, non ce ne lasciamo scappare neanche una. Adesso è il turno del nuovo fenomeno, che prevede di stordirsi di alcolici (il cosiddetto binge drinking) e di stupefacenti (nella fattispecie, di pillole per l’amore).

Questa moda si è diffusa anche tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 16 anni, ignari degli avvertimenti degli andrologi, che non tengono conto dell’effetto che questo binge drinking ha sulle performances amorose.

L’uso, o per meglio dire in questo caso, l’abuso di alcool ha infatti ripercussioni sull’attività sessuale e, più nello specifico, sul meccanismo dell’erezione. Così o per compensare i malfunzionamenti dopo le bevute del fine settimana (e spesso ormai anche infrasettimanali) o per puro e semplice divertimento, dilaga il fenomeno dell’uso di pillole dell’amore per migliorare le prestazioni a letto.

Le pillole dell’amore – due nomi per tutte: viagra e cialis – nella maggior parte dei casi vengono acquistate nella versione contraffatta reperibile online e vengono mescolate o tra di loro o con altre droghe; possiamo immaginare a quali grandiose prestazioni portino! Il problema che, però, viene quasi sempre sottovalutato è il grave danno che i farmaci normalmente usati per la disfunzione erettile possano causare alla fertilità e alle capacità riproduttive.

Associata a questa voglia di evasione e di dimostrare un’estrema virilità, spesso c’è una mancata contraccezione. Nonostante siamo nell’epoca dell’informazione di massa, che avviene tramite TV, Internet e qualunque altra tipologia di mass media, a quanto pare un messaggio che ancora non viene colto è quello della contraccezione, nella fattispecie del profilattico.

I giovani, soprattutto quelli di età compresa tra i 16 e i 20 anni, come emerge da recenti ricerche, sono ignari della sua importanza, non solo nella prevenzione di gravidanze indesiderate, ma anche e soprattutto nella prevenzione da malattie sessualmente trasmesse, a quanto pare anch’esse sconosciute.

I giovanissimi, infatti, mancano della conoscenza approfondita (ma anche basilare) di malattie come AIDS e l’HPV, per menzionare solo quelle più note; non sono note né le modalità di trasmissione, né tanto meno cosa siano e in che modo prevenirle.

Stando ai dati di una ricerca della Società Italiana di Andrologia, quasi un ragazzo su tre ha avuto già un rapporto sessuale ma solo il 35,3% sostiene di aver usato sempre e nel modo corretto il profilattico.

Sarà per imbarazzo, per il minor piacere che si prova durante il rapporto, per la sua poca praticità, per la sua scomodità, perché toglie romanticismo e sintonia durante il rapporto, fatto sta, che il profilattico non viene usato da quasi il 70% dei giovanissimi. Sicuramente dietro al rifiuto di usarlo si celano delle motivazioni psicologiche da attribuire all’adolescenza, al fatto che in questo periodo si è più spericolati, più liberi e si vive spesso in un senso di onnipotenza che rende invincibili e lontani dal rischio.

Sono state anche studiate le differenze di genere in merito agli atteggiamenti di maschi e femmine nei confronti del profilattico.

Nel caso dei maschi questo non viene usato volentieri soprattutto perché riduce la sensibilità e potrebbe condurre ad una perdita dell’erezione durante l’uso.

Nel caso delle ragazze non c’è un rifiuto nel suo utilizzo, ma solo una vergogna ed un rifiuto nell’acquistarlo e una vana speranza che questo venga comprato dal proprio partner.

Stando così le cose, a causa di questi troppo radicati atteggiamenti, che nel 2012 dovrebbero ormai essere datati, è probabile che senza una massiccia campagna di sensibilizzazione che parta dai mass media e arrivi direttamente nelle case, nelle scuole o addirittura proprio nelle camere da letto dei giovanissimi, sarà mai possibile migliorare la situazione e permettere di fare una vera e propria prevenzione!

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