“Nella sua espressione emotiva l’individuo è una unità”…
Questo è il principale concetto che Lowen esprime nella sua teoria partendo da una critica alla teoria psicoanalitica che, con la sua rigidità tecnica, ha trascurato l’aspetto “motorio” dei comportamenti umani.
Secondo Lowen la lacuna maggiore della psicoanalisi sta nell’aver considerato, per comprenderle, le emozioni e le sensazioni di un individuo a livello esclusivamente verbale e mentale: ma “…la conoscenza è solo il preludio dell’azione”.
Ciò conduce ancora al desueto concetto di un dualismo tra corpo e mente.
Se si parte dal presupposto che un organismo già prima di esprimere verbalmente un’emozione, modifica il proprio corpo nella postura, nell’espressione facciale, nell’atteggiamento motorio, allora si può comprendere nella sua interezza l’individuo e le emozioni che sta vivendo in quel momento.
La terapia bioenergetica si basa su tale principio: non si ferma ad analizzare un problema psicologico di una persona senza guardare ed osservare la manifestazione corporea di quel problema, ma anzi in maniera sistematica, cerca di arrivare a liberare l’individuo dalle contrazioni e dalle tensioni fisiche che sono espressione di quel “nodo” psichico.
Questo concetto deve il suo sviluppo al contributo dato già nelle opere di W.Reich con la sua formulazione dell’identità funzionale tra tensione muscolare e blocco emozionale.
Secondo Reich lo sciogliersi, infatti, di una rigidità muscolare non soltanto libera energia, ma riproponendolo, riconduce al momento e alla situazione durante la quale si è verificato il processo di repressione.
Dunque, Lowen pur partendo dalle teorie freudiane, si allontana da esse per avvicinarsi all’analisi bioenergetica considerata una novità teorica.
Per Lowen è nel corpo, nelle pose, negli atteggiamenti che l’organismo assume, che si può scoprire un nuovo linguaggio che supera quello verbale.
In tale ottica, perciò, la corporeità assume un’importanza notevole e diviene mezzo di comunicazione: per Lowen è necessario, durante la terapia, portare il paziente a contatto con la propria struttura corporea per farlo divenire consapevole della relazione esistente tra il suo problema emozionale e la sua controparte fisica.
In seguito anche Reich si interessò della dinamica delle emozioni da un punto di vista somatico e nel suo libro “La funzione dell’orgasmo” (1927) formulò la teoria secondo cui l’orgasmo ha come funzione principale quella di scaricare l’energia in eccesso dell’organismo: se ciò non accade, o avviene in maniera insufficiente, si svilupperà l’angoscia.
Una delle più grandi innovazioni teoriche di Reich fu quella del concetto di “identità funzionale” tra tensione muscolare e blocco emozionale: l’espressione del corpo è il complesso somatico dell’emozione che a livello psichico si definisce come “carattere”.
Tutte queste innovazioni teoriche aprirono la strada allo sviluppo dell’analisi bioenergetica che ampliava l’analisi psicologica fino all’area fisica e strutturale del corpo. Allora il suo scopo diveniva quello di operare una liberazione graduale delle tensioni fisiche che si esprimevano attraverso una muscolatura contratta e rigida, espressione esteriore ed evidente di una vitalità irrigidita e compressa.
Ciò non rappresenta solo una mera teoria, ma attraverso una conoscenza “privilegiata” del corpo, si attua il cambiamento psicoterapeutico: il concetto di “attività a livello somatico” e il principio della pratica analitica a livello psichico, combinati insieme, permettono al paziente di acquisire nuove esperienze nella motilità e nell’espressione corporea che verranno poi integrate nell’Io.
Secondo Lowen ogni modificazione bioenergetica agisce, dunque, su due livelli: su quello somatico, con il miglioramento del movimento, del controllo e del coordinamento e su quello psicologico attraverso una ristrutturazione del pensiero e dei comportamenti.
Dott.ssa Cristina Pratolongo
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