
Il “Body Positive” è un movimento nato alla fine degli anni ’60 grazie alla “National Association to Advance Fat Acceptance” e che ha preso piede negli ultimi anni sui social network. L’intento è quello di normalizzare ogni corpo, promuovendone l’accettazione, al di là dei rigidi canoni estetici che hanno investito sia uomini che donne. Alla base del modo in cui viene percepito il proprio e altrui aspetto fisico, è importante citare il concetto di “immagine corporea” di Peter Slade, il quale la definisce come quell’immagine che si ha nella propria mente rispetto la forma e la dimensione del corpo e/o parti di esso, unitamente ai vissuti che ne derivano. Il corpo non viene osservato solo tramite i propri occhi, ma anche attraverso lo sguardo esterno, il che genera un eterno confronto tra ciò che effettivamente si è e ciò che si vorrebbe o si “dovrebbe” essere, basandosi su canoni ritenuti giusti e/o desiderabili. Mettere in atto dei confronti è in realtà una tendenza assolutamente normale nell’essere umano. La teoria del “confronto sociale” ci dice che ci si paragona agli altri per utilizzarli come punto di riferimento da cui partire per valutare sé stessi nelle proprie capacità e nelle proprie caratteristiche, aiutandosi così a darsi una definizione e a ridurre l’incertezza. Di solito, questo confronto viene effettuato con persone appartenenti al proprio gruppo o con le quali ci si sente simili per alcune condizioni. Inoltre, il confronto può essere utilizzato rivolgendosi verso l’alto o verso il basso. Nel primo caso, ci si paragona a persone che si considerano migliori di sé in toto o rispetto una particolare caratteristica, il che da una parte potrebbe stimolare una tendenza al miglioramento dal momento che l’altro è utilizzato come fonte d’ispirazione, dall’altra, la ricerca stessa, ci conferma che, nella maggioranza dei casi, tutto ciò genera invece vissuti d’inadeguatezza, emozioni spiacevoli, forte insoddisfazione verso se stessi. In particolare, per quanto concerne l’immagine corporea, il confronto verso l’alto, alimenta spesso una visione negativa del proprio corpo e può condurre alla messa in atto di comportamenti disfunzionali per raggiungere quei determinati standard, tra cui in primis un rapporto non sano con il cibo. Per quanto riguarda il confronto verso il basso, esso si muove rispetto un gruppo o una persona che si giudica peggiore o ad un livello inferiore rispetto a sé. Questa modalità viene speso messa in atto per innalzare il livello di soddisfazione verso di sé, ma secondo alcuni studi, ciò è vero soprattutto per quelle persone che hanno già una buona autostima. Inoltre, questa tendenza ad avere un focus sulle debolezze altrui e/o un’ottica giudicante, può ritorcersi contro e portare a guardare in maniera ipercritica anche se stessi.
La tendenza del confronto è ancora più viva se la analizziamo rispetto l’utilizzo dei social network, infatti sono molte le persone che si paragonano costantemente ad amici, conoscenti, personaggi famosi per quanto riguarda il loro aspetto fisico, ciò che fanno nella vita, come impiegano il loro tempo libero, cosa possiedono, ecc. A questo proposito, è sempre importante ricordare che la maggioranza condivide, facendo vedere di sé, solo quei momenti e quegli aspetti che sono significativi, positivi e considerati desiderabili a livello sociale rispetto il gruppo al quale sente di appartenere. Dunque, è più raro che le persone rendano visibili aspetti che considerano insicurezze e difetti. Questo è vero sicuramente per ciò che concerne l’immagine corporea e proprio qui s’inserisce il “Body Positive” con l’obiettivo e l’augurio di permettere a sé stessi di mostrarsi come si è realmente, senza escludere o nascondere un’eventuale imperfezione.
Dottoressa Viviana Ciavatta
Dottoressa Margherita Napoli