
La Dispareunia è descritta come un dolore ricorrente o persistente che compare durante il rapporto sessuale. La nuova Classificazione sui Disturbi Sessuali Femminili (Basson et al 2000) colloca la dispareunia nel gruppo dei “Sexual Pain Disorders”, ossia dei disturbo sessuali caratterizzati da dolore, che include il vaginismo, la dispareunia e i dolori sessuali non coitali. È possibile differenziare il vaginismo dalla dispareunia in quanto nella dispareunia è di solito possibile la penetrazione, anche se dolorosa, mentre questa non è assolutamente raggiungibile nel caso del vaginismo. La manifestazione fondamentale della Dispareunia è un dolore genitale associato al rapporto sessuale. Sebbene si presenti più comunemente durante il rapporto sessuale, essa può anche insorgere prima o dopo il rapporto. Il disturbo può verificarsi sia nei maschi che nelle femmine. L’intensità dei sintomi può variare da una lieve sensazione dolorosa ad un dolore intenso. Le persone con dispareunia solitamente richiedono un trattamento solo quando l’anomalia gli causa notevole disagio o difficoltà interpersonali.
Il Disturbo può essere primario, se la disfunzione è presente fin dall’inizio dell’attività sessuale, o secondario, se si è sviluppata in seguito ad un periodo di funzionamento normale.
Il Disturbo, inoltre, può essere di tipo generalizzato, se la Dispareunia è presente costantemente e al variare dei partner, o situazionale, se si verifica solo con un certo tipo di stimolazione, in certe situazioni e con certi partner.
La dispareunia colpisce il 12-15% di donne in età fertile (Laumann et al.1999) e fino al 45,3% di quelle in postmenopausa (Graziottin 2004). L’eziologia della dispareunia è multifattoriale in quanto a questo sintomo possono concorrere fattori biologici, psicosessuali e relazionali.
Nella donna la dispareunia, distinta in dolore durante la penetrazione, durante l’atto sessuale e in concomitanza dell’orgasmo, può essere imputata a numerose condizioni cliniche ginecologiche o urologiche (patologie labiali, infezioni, traumi, rigidità imenale, problemi clitoridei, lesioni, fimosi, infiammazioni, vaginismo, inadeguata lubrificazione, vulvovaginiti, cisti e infezioni a carico delle ghiandole di Bartolini, cicatrici chirurgiche, uretriti, cistiti, malformazioni vaginali, malattie infiammatorie pelviche, endometriosi, retroversione uterina, patologie ovariche – cisti, tumori, ecc. –, congestione pelvica, dispareunia parapelvica, contrazioni uterine, spasmi addominali, angina da sforzo, papillomavirus vulvare, ipertono e mialgia tensiva del pavimento pelvico). Può essere dovuta anche all’assunzione di farmaci come assunzione di flufenazina, tioridazina, amoxapina.
La dispareunia nell’uomo, a seconda del momento di comparsa del dolore, può verificarsi durante l’erezione, in concomitanza della penetrazione o durante l’eiaculazione. Nell’uomo le cause frequentemente sono di tipo urologico, per cui occorre raccogliere una storia accurata del disturbo e dell’attività sessuale, ed eseguire un attento esame obiettivo e numerose indagini laboratoristiche.
Le condizioni cliniche associate a dispareunia sono malformazioni peniene: fimosi, parafimosi, balaniti, traumi precedenti, malattia di Peyronie, incordatura, cancro del pene; lesioni dermatologiche cutanee: herpes, scabbia, eczema, abrasioni traumatiche, tromboflebiti, uretriti (non specifiche, gonococciche, traumatiche, ecc.) e altre patologie uretrali, da sostanze chimiche, prostatiti (batteriche, congestizie), infiammazione delle vescicole seminali, epididimiti, ernia inguinale, spasmo cremasterico, dolore testicolare (orchiti, tumori, traumi, etc.), etc.
In assenza di componenti organiche, o in concomitanza ad esse, è estremamente importante valutare anche le cause psicologiche. Esse sono rintracciabili nella mancanza di intimità affettiva, preliminari inadeguati, stati ansiosi, che inducono scarsa lubrificazione ed elevazione del tono muscolare vaginale. Inoltre possono essere presenti atteggiamenti di ipercontrollo ed incapacità a rilassarsi. Tale condizione può generare difficoltà e disagio interpersonale, e, frequentemente problemi di coppia, derivanti dalla frustrazione di non avere rapporti sessuali soddisfacenti.
Occorre affrontare correttamente il problema per impedire il cronicizzarsi di una situazione che porterebbe, inevitabilmente, al fallimento della vita di coppia e valutare le caratteristiche e la localizzazione del dolore, nonché le capacità di tolleranza del paziente o della paziente, il momento in cui il dolore insorge, le posizioni in cui è più frequente, le eventuali malattie preesistenti.
Nel trattamento risulta fondamentale la combinazione di farmaci (per lo più anestetici locali) e di strategie terapeutiche, che possono essere di volta in volta psicologiche, riabilitative, sessuologiche, comportamentali. Dal punto di vista psicosessuologico l’intervento, che prevede anche il coinvolgimento del partner, è mirato a ridurre il dolore e a migliorare la funzione sessuale. A tal fine il lavoro si focalizza sulla riduzione della paura di provare dolore durante il rapporto e sull’eliminazione dei fattori psicologici associati quali condizionamenti negativi, elementi fobici, gestione dell’ansia etc. Nel caso della dispareunia femminile, utili strumenti sono gli esercizi vaginali volti alla conoscenza della muscolatura vaginale, alla desensibilizzazione verso la penetrazione e a sviluppare il controllo volontario, l’uso di fantasie guidate e di induzioni ipnotiche.
Una volta eliminata la dispareunia, la terapia continua con l’obiettivo di fare recuperare la capacità di vivere una soddisfacente vita sessuale.
BIBLIOGRAFIA
Basson R, Bertian J, Burnett A, et al, Report of the International Consensus Development Conference on Female Sexual Dysfunction: Definitions and Classifications, J Urol, 2000, 163:888-893.
Graziottin A, Sexuality in postmenopause and senium. In Lauritzen C, Studd .(Eds) Current management of the menopause. Martin Duniz, London, UK,2004,pp.185-203.
Laumann EO, Paik A, Rosen RC, Sexual dysfunction in the United States: prevalence and predictors. JAMA 1999, 281(6):537-544
Dott.ssa Margherita Napoli
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